Articolo 4/2020

Gaye Ibrahim

Ciao Ibrahim, oggi tutti noi abbiamo deciso di rendere omaggio alla tua persona, non avremo mai voluto farlo per questa circostanza, ma la vita è qualcosa di imprevedibile che dobbiamo accettare con tutto quello che ci riserva e allora voglio parlarti come non ho mai fatto. Mentre scrivo non puoi esserci, non posso ascoltare i sogni della tua vita o le tragedie che hai dovuto subire nonostante la tua giovanissima età, però posso leggerle e da ogni parola scritta di te si capisce il ragazzo che sei stato e quanto hai lasciato; sei stato un ragazzo allegro con la passione per il calcio che dicevi essere il tuo sport in assoluto preferito, ma anche un cantante, un attore teatrale con i tuoi improvvisati spettacoli e canzoni in dialetto.
Ci piace pensarti con il tuo sorriso, con la capacità che avevi di mediare, con la voglia costruire il tuo futuro rispettando questo paese che ti aveva accolto e studiando per conoscere l’italiano.
Ripetevi che nel mondo c’è tanta gente buona e avevi ragione caro amico.

Ibrahim era un ragazzo nato in Gambia, scappato dal suo villaggio quando era poco più che un bambino; ha attraversato il deserto per poi essere imprigionato in Libia; la storia di tanti che scappano da una situazione drammatica per conoscere poi le atrocità delle carceri Libiche, ma oggi vogliamo parlare solo di Ibrahim.

Sei scappato dal Gambia per trovare un porto sicuro, un paese che ti permettesse di realizzare i tuoi sogni e, nonostante i tuoi 19 anni, sei riuscito a far conoscere la tua anima così nobile; Sai Hibrahim
oggi tutti parlano di te, saresti stato felice, pensa anche la Pausini con cui avreste dovuto cantare assieme ti ricorda; le più grandi testate giornalistiche ti pensano e noi ci uniamo a questo pensiero con un grazie, perché sei stato grandioso a combattere, proprio come il calciatore che eri, la partita che è stata la vita insegnandoci che la vita va affrontata con il sorriso.

Oggi al Centro di accoglienza, mentre si prepara quanto necessario per il rimpatrio della salma, ci si sofferma a pensare alla tua storia; pensiamo alla tua simpatia quando ti improvvisavi a cantare Rapper e ti calavi nella parte agghindandoti con orologi e collane fino a contagiarci con la tua allegria; si ricorda il tuo fare simpatico e la voce da adolescente; siamo felici di essere stati la tua famiglia, la tua serenità, tuoi amici.

Adesso riposa in pace Hibrahim Gaye, in questo mondo hai già fatto la tua parte!

Don AntonVito Scilabra
Carmelo Vetro

Questo è tutto ciò che ci rimane di Ibrahim, strofe di una canzone scritta per la Pausini, di cui era grande fan, immaginando di poterla un giorno cantare con lei.
Per noi è un documento prezioso perché scritta di suo pugno e che abbiamo voluto pubblicare esattamente come lui l’ha scritta per fare in modo che almeno oggi tutti possiamo cantare la sua canzone. Per te amico….

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